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Ducati 750 SS - 1976

CollezioneRadicchio

La storia e la fama della Ducati cambiarono in meglio dopo la storica doppietta di Paul Smart e Bruno Spaggiari in sella a due 750 Sport a distribuzione desmodromica nella prima edizione delle 200 miglia di Imola del 1972, gara riservata alle derivate di serie di grossa cilindrata. In seguito a questa storica vittoria alla casa venne richiesta la messa in commercio di una replica stradale delle moto vincitrici. Ciò nonostante il primo, ridotto, lotto di Ducati SS 750 venne prodotto solo nel 1973, mentre fu numericamente più consistente la produzione del 1974. Al momento della sua uscita l'SS 750 era la moto più rara e ricercata in vendita, dotata di prestazioni ai vertici, freni, componentistica da corsa e motore elaborato dalla stessa Ducati.

Motore: bicilindrico 4 tempi

Cilindrata:748 cc

cambio: 5 marce

tipo telaio: doppia culla aperta in tubi

Distribuzione: desmodronica ad alberelli e coppie coniche

Alesaggio/corsa: 80 x 74,4 mm

sospensioniA: forcella telescopica

sospensioniP: forcellone oscillante con doppio ammortizzatore

Raffreddamento: ad aria

freni: a disco da 280 mm ant. e 229 mm post.

Accensione: a spinterogeno

frizione: dischi multipli bagno d'olio

trasmissione: finale a catena


Questa moto fu acquistata dalla scuderia Nenci di Roma e utilizzata in gare sia in circuito che in salita e accelerazione. Nel 1982 Antonio Radicchio ha vinto il campionato regionale Puglia velocità . In salita, come la Fasano-Selva e in gare di accelerazione si è spesso distinta con ottimi risultati, confrontandosi con le temibili, in quei tempi, Kawasaki 900 testa nera. La moto è una diretta derivazione della 750 SS di serie, bicilindrico con distribuzione desmodronica ad alberelli e coppie coniche. Rispetto alla moto d’origine, già molto performante, le modifiche più importanti riguardano il motore che è stato accuratamente messo a punto, adottando, tra le altre cose, pistoni e bielle speciali. Accensione elettronica Ducati di serie ma con l’adozione della doppia candela. Il cambio è quello di serie ma con la primaria a denti dritti. E’ stato adottato, anche, un piccolo radiatore dell’olio visto l’incremento delle prestazioni del motore. Per la parte ciclistica sono state adottate delle ruote Marving in elektron in luogo di quelle di origine a raggi. Ammortizzatori posteriori Koni Racing con ampie possibilità di regolazione, all’anteriore, invece, troviamo una Forcella Marzocchi da 40 mm, come d’origine,  così come d’origine sono i freni  Looked da 280 mm sia all’anteriore che al posteriore. Carena, serbatoio e codone sono della NCR, scarico due in uno basso, ma all’epoca veniva spesso utilizzato il doppio scarico alto. Per le gare in salita, tuttavia, si preferiva montare un due in uno basso, proprio come nel modello della collezione, che conferiva un maggior tiro in basso.

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